Di seguito proponiamo una selezione delle mostre di maggior successo nella storia di Passo Blu

in costruzione 

Liberi tutti – Genova, 2023

Enrico Musenich
Federica Barcellona
Giusi Lorelli
Vito Pietroburgo
Lino DI Vinci

Progettata come una mostra-evento a tema libero, Liberi tutti raccoglie e propone il meglio della più recente produzione dei membri storici di Passo Blu, che nel 2022 ha festeggiato il ritorno sulla scena dopo lo stop dovuto alla pandemia.
Dieci artisti nazionali e internazionali espongono venticinque opere fra cui pitture, fotografie, video e installazioni nella bellissima sede di ContemporArt a Villa Piaggio. Il calenario dei tre giorni di esposizione è arricchito inoltre dalle irruzioni poetiche di Filippo Balestra, Luciano Neri e Massimo Palazzi, dalla performance  Libera di Federica Barcellona e dal Dj set di Deborah Monaldi.
Ospiti della seconda serata gli artisti in residenza Tom Campbell e Giovanni Zuffi.

Artisti coinvolti
Federica Barcellona
Anja Calas
Lino Di Vinci
Fazz
Gian Luca Groppi
Giusi Lorelli
Pierpaolo Koss
Enrico Musenich
Isabela Ramondini
Vito Pietroburgo

2046 – Barcellona, 2007

Pierpaolo Koss
Paolo L. parisi
Piero Gilardi
Enrico Deparis
Stefano Bortolin

Eppure pensavo di essere sveglio

2046 una data, un tempo, una meta, una memoria, per qualcuno uno spazio reale, per altri mentale, e probabilmente per certi il nulla. Un luogo vissuto di un futuro -non troppo lontano- ospita ricordi immaginati. Una location che fa pensare ad un film di fantascienza, ma neanche troppo distante da quella che potrebbe diventare la casa di un futuro prossimo, fa da sfondo alle opere di 14 artisti.
Le installazioni occupano una parte importante della mostra presentando soluzioni scientifiche-sociali, come genesi #080105 e laboratory #240604 di Enrico T. De Paris, colorate evocazioni della complessità del reale; o interattive come “star game” in acciaio e vetro di Pierpaolo Koss con la quale lo spettatore potrà cimentarsi nello sperimentare nuove rotte delle costellazioni.
Concettuali e ironiche le piante di Corrado Bonomi il fagiolo magico e battista esprimono oltre all’evoluzione dell’innaturale, la capacità di svilupparsi e mimetizzarsi nella giungla della crescita cyborg dove anche le zucchine di Franco Gilardi si ritagliano uno spazio come a voler dare un segnale di vita. Cibi-fotogramma sintesi della loro stessa immagine sono proposti dalla fotografa Patrizia Prisco in conserva, una foto-installazione dove è proprio l’organico, paradossalmente, a farsi custode di sé.
Oggetti design, sempre al confine con la scienza, sono le opere funzionali di Vittorio Valente contenitore di corpi (sedia in silicone colorato) e quelle realizzate in collaborazione con Walter Vallini furniture of mind (lampade e poltrona) nelle quali osservando attentamente è possibile riconoscere le forme nascoste che abitano la vita.
Centrale torna l’essere umano in francia di Paolo L. Parisi: un ironico utilizzo dei colori della bandiera francese per tre teste che denunciano la necessità di cambiare velocemente soprattutto per mostrare agli altri un’identità sempre più tendente al conformismo. Identità che sembra disintegrarsi nel volto tracciato dalla pittura mediale su plexiglas di Massimo Festi “annia tempus fugit”.
Marcano una certa confusione temporale gli orologi di Fazz bubbles time che anziché scandire il tempo riflettono il disordine dato dalla mancanza di memoria che caratterizza la nostra epoca.
E guardando molto più in là nel tempo, Gaia Intaglietta immagina una procreazione digitale come unica possibilità del futuro: digital embrace video-installazione di 3 mn proiettata sulle lenzuola bianche di un letto disfatto come un pallido riflesso di due sagome in amore trasformate in schede madri.
Grazia Mazzarello in hongkong notte cattura e retroillumina immagini rivelatrici degli aspetti nascosti della frequenza della luce.
In medusa di Stefano Bortolin i serpenti escono dalla tela creando una prospettiva tridimensionale e temporale del quadro. E Joey Reboredo con miles space ship traccia l’unica possibilità di fuga.

Artisti coinvolti
Corrado Bonomi
Stefano Bortolin
Enrico Deparis
Fazz
Massimo Festi
Piero Gilardi
Gaia Intaglietta
Pierpaolo Koss
Mazzarello
Paolo Lorenzo Parisi
Patrizia Prisco
Joy Reboredo
Vittorio Valente

L’oro di Praga – Genova, 2005

Jiri Kolar
Karel Trinkewitz
Ladislav Novak
Vaclav Havel

Comprendere la portata critica degli autori dell’oro di Praga significa legare le loro ricerche al contesto storico e al sistema socioculturale del loro tempo. Ancora maggiore è la loro grandezza se pensiamoall’attualità di alcune loro opere.

Dopo la seconda guerra mondiale il quadro politico si divise in due fronti. Il blocco orientale vide la sovietizzazione dei paesi che erano stati liberati dall’Armata Rossa. I partiti comunisti dei diversi paesi concentrarono il potere nelle loro mani, eliminando i loro oppositori e dando vita a regimi ispirati al modello sovietico. All’inizio del 1949 in tutti questi paesi, compresa la Cecoslovacchia – stato di appartenenza dei quattro artisti – si erano creati regimi a partito unico satelliti dell’Unione Sovietica, cioè completamente subordinati alle
direttive politiche e agli interessi economici di quest’ultima. È in questo clima di restrizione che gli artisti si muovono e riflettono su una realtà drammaticamente chiusa in cui la libertà e la comunicazione sono messe al bando. Il loro interesse per il linguaggio trova la spiegazione in questo clima di intolleranza, dove qualunque spinta intellettuale è vista come sovversiva e quindi repressa. La comunicazione diventa il nodo centrale legandosi al concetto di libertà. Riuscire ad esprimersi significava iniziare a conquistare parte della propria capacità di evadere da un sistema dittatoriale, e riflettere sugli accadimenti contemporanei.

Ogni artista ricreerà, ovviamente, all’interno delle proprie opere, una propria dimensione: si passerà da un maggior lirismo con Jiri Kolar, alle pungenti considerazioni sul linguaggio di Vaclav Havel.

 

Artisti coinvolti
Vaclav Havel
Jiri Kolar
Ladislav Novak
Karel Trinkewitz